Sapere come fare staking nel 2024 è una competenza particolarmente utile, soprattutto se si opera nel mondo delle criptovalute e della blockchain. Si tratta di un processo molto particolare che permette di ottenere rendimenti più o meno elevati, a seconda delle offerte disponibile, e contribuire contemporaneamente al miglioramento della blockchain di riferimento.
Come ormai sappiamo, fare trading può essere particolarmente rischioso, soprattutto se non si adotta la giusta mentalità e non si conoscono le varie tecniche di analisi. Viceversa, lo staking di criptovalute può essere molto meno rischioso e, nel lungo termine, può portare grandi benefici sotto diversi punti di vista.
In questa guida vedremo nel dettaglio non solo cos’è lo staking e come funziona, ma anche su quali broker è possibile effettuare questo tipo di operazioni.
Il termine staking deriva dal verbo inglese to stake, ovvero “puntare, scommettere”. Nel mondo delle criptovalute, mettere in staking significa detenere e bloccare una certa quantità di criptovalute o di asset digitali all’interno di una rete blockchain per migliorarne l’efficienza, la sicurezza e le funzionalità.
I partecipanti, in questo caso, sono conosciuti con il nome di “stakers”, e si impegnano a bloccare i loro token come garanzia in cambio di ricompense. In poche parole, l’utente punta i propri fondi bloccandoli e, in cambio del suo contributo, che consente appunto di migliorare le prestazioni della rete, riceve delle ricompense sotto forma del token nativo della blockchain interessata.
Facendo un esempio pratico, se Marco blocca i suoi Ethereum (ETH) sulla piattaforma Lido Finance, riceverà in cambio una certa quantità di ETH come ricompensa, con un importo variabile a seconda del numero di partecipanti totali.
Gli stakers vengono chiamati anche validatori, a seconda della rete di riferimento, in quanto il loro contributo consente di validare un maggior numero di transazioni, aumentando al contempo il livello di sicurezza.
Questa pratica è associata principalmente ai sistemi blockchain con meccanismo di consenso proof-of-stake (PoS) o delegated proof-of-stake (DPoS), ma esistono numerose varianti che cambiano il base al meccanismo utilizzato.
Lo staking e il mining sembrano simili, ma hanno numerose differenze sia in termini di meccanismo sia in termini di dispendio di energia. Innanzitutto, il mining è un processo specifico delle blockchain Proof-of-Work (PoW) come Bitcoin, e consiste nella competizione tra i cosiddetti “miners” che devono risolvere problemi algoritmici per convalidare le transazioni, guadagnando in seguito una ricompensa.
Dato l’elevato quantitativo di attività, vengono utilizzate numerose risorse computazionali, anche perché servono hardware specifici chiamati ASIC se si vuole competere in maniera efficace per validare le transazioni. La sicurezza, in questo caso, deriva appunto dal costo dell’energia, che rende poco convenienti gli attacchi da parte degli aggressori.
Lo staking, come già anticipato, appartiene invece alle reti Proof-of-Stake (PoS) e prevede dei validatori che puntano le loro criptovalute usandole come garanzia per ricevere delle ricompense. In questo senso, il dispendio di energia è molto inferiore in quanto non viene richiesto nessun hardware per partecipare al processo di consenso. La sicurezza, in questi casi, è data proprio dalla partecipazione finanziaria, in quanto nessuno vuole perdere i propri fondi.
In sintesi, le differenze principali tra staking e mining sono:
Lo staking permette di aumentare la sicurezza di una blockchain aumentando il numero di fondi totali presenti al suo interno. Difatti, per poter penetrare all’interno della rete, un hacker dovrebbe avere fondi sufficienti per effettuare il cosiddetto “51% attack”.
L’attacco del 51%, conosciuto anche come double-spending, può verificarsi nelle blockchain con meccanismo di consenso proof-of-work (PoW come Bitcoin. In sintesi, un singolo individuo o un gruppo di utenti ottiene il controllo di oltre il 50% della potenza computazionale totale (hashrate) della rete, creando delle falle nel network e minando la sicurezza dell’intera rete.
I meccanismi PoS, invece, ricorrono allo staking che, grazie alla sua natura di “contributo-ricompensa”, permette di avere un quantitativo così elevato di fondi che sarebbe quasi impossibile per un singolo individuo o un piccolo gruppo fare breccia nel network.
Il processo di staking contribuisce alla sicurezza della rete sotto diversi aspetti. Innanzitutto, l’incentivo economico in cambio del blocco dei fondi permette da un lato di avere una garanzia per la rete, mentre dall’altro incita gli staker a comportarsi in modo onesto, offrendo allo stesso tempo la possibilità di ricevere ricompense passivamente.
Difatti, chi effettua attività dannose o sospette, viene penalizzato ricevendo meno ricompense. Inoltre, i validatori vengono selezionati per creare nuovi blocchi nella rete a seconda della quantità di criptovalute detenute. Di conseguenza, il validatore ha un forte interesse nel mantenere la sicurezza della rete, in quanto rischierebbe di perdere i suoi fondi se qualcuno riuscisse a penetrarla.
In questo senso, capita che i validatori si mettano in competizione tra loro per validare le transazioni impegnandosi al massimo. Ciò offre all’utente finale un’esperienza sicuramente migliore e, al contempo, permette di migliorare le performance dell’intera rete, massimizzando l’uptime e l’affidabilità.
Questo permette anche di avere una partecipazione continuativa e attiva alla rete, diversamente dalle entità centralizzate in cui si vedono spesso figure svogliate e poco motivate nel loro lavoro. D’altronde, i sistemi PoS e DPoS vantano un elevatissimo livello di decentralizzazione, garantito appunto dal sistema di staking.
Difatti, i validatori sono dislocati in ogni parte del mondo, dando vita ad una rete completamente decentralizzata e difficile da attaccare, in quanto non viene affidato tutto ad una singola entità o un piccolo gruppo, ma ad un grande insieme di utenti interessati a mantenere un alto livello di sicurezza.
Lo staking non è un processo così immediato, in quanto bisogna avere a portata di mano tutti gli strumenti necessari per farlo in modo corretto. Come prima cosa, bisogna possedere:
Il portafoglio può essere creato direttamente su Metamask o tramite i siti ufficiali dei wallet di proprio interesse. Per depositare dei fondi all’interno del wallet, si possono usare piattaforme come Binance, affidabile e sicuro per la detenzione e lo spostamento di criptovalute.
Basta avere i fondi su Binance e inviarli all’indirizzo del portafoglio appena creato. Una volta seguiti questi passaggi, bisogna recarsi nelle apposite piattaforme di staking, che sono praticamente infinite. Tra le più gettonate ci sono:
Ognuna di queste permette di mettere in staking determinate criptovalute, a seconda della loro natura e della blockchain utilizzata. Chi opera con criptovalute gettonate come Ethereum può usare senza problemi Lido Finance, che ha riscosso un enorme successo negli ultimi anni grazie all’innovativo processo di Liquid Staking.
Dall’altro lato, chi opera spesso su reti come BSC per i propri token $BNB, può bloccare i fondi su PancakeSwap, che vanta una lunga storia alle spalle per i suoi servizi di staking e farming.
Com’è facile intuire, l’intero processo può essere complicato e si possono fare molti errori con le varie reti. Un metodo più è usare i migliori broker di crypto trading per fare staking in tutta comodità.
Se non vuoi avere a che fare con operazioni complicate e vuoi evitare di perdere i tuoi fondi durante i vari trasferimenti attraverso la blockchain, sappi che puoi utilizzare piattaforme intuitive e sicure come Binance, leader indiscusso per la compravendita di criptovalute.
Basta accedere all’apposita sezione “Earn” e, a seconda delle proprie necessità, selezionare la soluzione di tuo interesse. Potrai bloccare criptovalute gettonate come BNB, ETH, BTC, ADA, KDA e LTC, ma anche criptovalute appena lanciate sul mercato.
In linea di massima, se decidi di imparare come fare staking su Binance, è bene sapere che il blocco dei propri fondi può variare dai 7 ai 180 giorni, a seconda delle soluzioni messe a disposizione della piattaforma. Chiaramente, maggiore è il lasso temporale, maggiore sarà il guadagno ricevuto alla fine del processo.
In genere le percentuali sono calcolate su base annua (APR o APY) e possono andare dallo 0,5% fino a punte di oltre il 30% se sono previste offerte particolari. Come già anticipato, spesso le percentuali variano a seconda del numero di partecipanti, ma in questo caso variano anche a seconda delle previsioni fatte da Binance.
Inoltre, vengono considerati i seguenti elementi:
Ovviamente, sottolineiamo che a prescindere dal numero di ricompense, farà poi fede il valore corrente del token interessato.
Fare staking di criptovalute è un processo abbastanza sicuro da un punto di vista tecnico, sia che venga eseguito in piattaforme decentralizzate sia nel caso in cui ci si affidi ad un broker. Nel primo caso, però, bisogna tener conto del rischio di attacchi hacker e di errori durante i vari trasferimenti attraverso la blockchain, anche se i guadagni sono mediamente maggiori. Nel secondo caso, molte piattaforme offrono coperture in cambio di rendimenti un po’ più bassi.
È molto importante sottolineare che fare staking non significa guadagno sicuro, in quanto il valore delle ricompense potrebbe variare nel tempo vista la volatilità del mercato crypto. Tuttavia, per fare una stima delle ricompense, può essere utile sapere che queste vanno in media dall’1% a punte di oltre il 10-15%, con alcuni momenti particolari in cui le percentuali di interesse possono raggiungere importi a 3 cifre, anche se in questi casi la volatilità è estremamente elevata.
Tutto dipende dalle proprie capacità: chi vuole fare staking in modo semplice può optare per broker di crypto trading come Binance ed Coinbase . Diversamente, i più esperti possono usare piattaforme decentralizzate come Lido Finance o PancakeSwap.
Abbiamo visto come fare staking e quali sono tutti gli elementi da tenere in considerazione prima di eseguire questo tipo di operazioni. Ribadiamo nuovamente che seguire le suddette strategie non porta un guadagno garantito, ma consente comunque di accumulare criptovalute in vista di rialzi di mercato nel lungo termine.
Difatti, anche se il controvalore delle crypto depositare potrebbe essere inferiore dopo aver ricevuto gli interessi, il numero di criptovalute detenute sarà maggiore e, in caso di un nuovo rialzo del prezzo, queste avranno un controvalore sicuramente più alto.
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